Eleonora d’Aquitania

Bordeaux 1122 - Fontenvrault 1204
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Due volte regina: Eleonora d’Aquitania, la bella Alienor cantata dai trovatori, sposa giovanissima dapprima Luigi di Francia, il quale innamorato pazzo secondo i cronisti si comportava «in modo assolutamente puerile», poi, a trent‘anni, tre settimane dopo l’annullamento del primo matrimonio, convola a nozze con Enrico Plantageneto, più giovane di lei di almeno dieci anni. Enrico II è il primo di una serie di sovrani che porteranno l’Inghilterra al rango di grande potenza d’Europa. Eleonora vive in un’epoca di rinascita delle lettere, delle arti e della cultura, all’inizio di quello che Le Goff chiama il “decollo” dell’Europa. È anche tramite fra due generazioni poetiche di straordinaria importanza. Il nonno, il duca Guglielmo d’Aquitania, era stato un poeta amatissimo e celebre; mentre la corte di una delle sue figlie di primo letto, Maria di Champagne, sarà il riferimento di un cenacolo altrettanto fertile per le arti e la poesia.
A entrambi i mariti Eleonora aveva portato in dote una terra da sogno, la ricca, soleggiata e popolosa Aquitania, che soprattutto al nordico Enrico doveva apparire molto desiderabile per la posizione strategica sul continente.
A venticinque anni Eleonora accompagna, vestita sembra succintamente, il marito in Terrasanta in occasione della seconda Crociata e viene aspramente criticata dai suoi contemporanei per la quantità di bagagli e di persone al seguito – probabilmente anche il poeta Jaufré Rudel, parte di quella schiera di trovatori che lei ospita e incoraggia e che invece è malsopportata a palazzo. A Gerusalemme, non senza scandalo, diviene amante dello zio di Luigi e i coniugi ritornano separati dalla Terrasanta. Naturale che i predicatori tuonassero contro Eleonora «donna senza decenza, femmina folle, diavolo…» e che i consiglieri tentassero di dissuadere re Enrico dallo sposarla, giudicandola pericolosa. Ma agli occhi del sovrano inglese le qualità di Eleonora, «la nobiltà di sangue e le terre che possedeva», erano invece virtù indiscutibili.
Per il marito inglese divenne davvero pericolosa quando si schierò con i figli divenuti adulti nella loro rivolta contro il padre; fu da lui imprigionata e ottenne la libertà soltanto alla morte del consorte crudele, quindici anni dopo. Ancora ricca di energia, nella contesa per la corona prese le parti del prediletto figlio Riccardo Cuor di Leone contro un altro figlio, il debole Giovanni Senza Terra.
Quando Riccardo fu fatto prigioniero nella guerra contro i francesi non lo abbandonò e a più di settant’anni di età peregrinò in Europa da una corte all’altra e persino dal papa per raccogliere il denaro sufficiente al riscatto.
Questa donna bella, spregiudicata e forte è sepolta nel monastero di Fontevrault e sul sarcofago è ritratta con un libro fra le mani.

Mariateresa Fumagalli

Professore di Storia dellafilosofia medievale all’Università degli Studi di Milano, condirettore della Rivista di Storia della Filosofia fondata da M. Dal Pra, e delle collane Quodlibet (Lubrina, Bergamo) e di Filosofia (Franco Angeli).
Ultimi libri: Cristiani in armi (Laterza); Luoghi e voci del pensiero medievale con Riccardo Fedriga (Encyclomedia Publishers); Pico della Mirandola (Laterza); con Giulio Guidorizzi, Corpi gloriosi, eroi greci e santi cristiani, Laterza, Marzo 2012.
Sul medioevo, e sulla filosofiamedievale, vedi la bibliografia al sitohttp://www.mtfbb.com/bibliografia_generale.htm

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