Fiorella nasce in un piccolo paese vicino a Cremona, dove studia ragioneria e dove, diplomatasi, s’impiega presso un’importante industria, l’OCRIM (Officine Cremonesi Impianti Mulini, fondate nel 1945, con sede a Cremona e con strutture ed operatori sparsi in tutto il mondo, la seconda realtà del settore a livello mondiale). La sua è una famiglia modesta, il padre è un muratore che vuole far studiare gli altri due fratelli. Il posto fisso di Fiorella rappresenta una grande opportunità, ma Fiorella non si accontenta e decide di iscriversi all’Università, che frequenta con profitto, mantenendosi con ore e ore come baby sitter. Si laurea in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano e per alcuni anni insegna presso l’E.N.A.I.P e successivamente nei corsi delle 150 ore, a quei tempi una realtà di grande crescita umana e culturale. Nel 1975 inizia la sua militanza nella CISL dove si impegna intensamente, a livello di base, nella zona del lodigiano, occupandosi specificatamente di formazione.
Questo il trampolino di lancio per approdare, negli anni ’90, in politica. Infatti dopo lo sconvolgimento civile e sociale successivo all’esplosione di Tangentopoli, che mostrò quanto il volto della “capitale morale d’Italia”, Milano, fosse del tutto compromesso dalla corruzione eletta a sistema di governo e di gestione della cosa pubblica, impellente è la ricerca di figure nuove, oneste, pulite: Fiorella viene eletta nel 1990 consigliere regionale, come indipendente nelle file del P.C.I., che di lì a poco intraprende una nuova stagione, delicatissima, con lo scioglimento e la nuova egida del Partito Democratico delle Sinistra, processo non indolore, al quale Fiorella partecipa attivamente.
Nel 1992 viene eletta, prima donna, presidente della regione Lombardia, guidando un esecutivo di minoranza di sinistra con appoggio esterno di socialisti, democristiani e radicali.
L’esperienza, unica ed originale, è segnata nel suo momento conclusivo dalla nascita di Forza Italia, “nuovo soggetto politico” il cui “front man” è Silvio Berlusconi, cui aderiscono due suoi assessori. In seguito, per ben 2 legislazioni, dal 1994 al 2004, è parlamentare europea, nel gruppo del Partito Socialista Europeo. A Strasburgo è occupata in svariati ambiti e porta la pragmaticità e l’intelligenza della sua azione che la caratterizza: politiche femminili, sociali, della salute, problematiche legate alle aree metropolitane e agli affari internazionali; segue anche le tematiche e gli sviluppi all’interno del mondo delle associazioni e dell’economia sociale, organizzando e partecipando a numerose conferenze sul Terzo Settore in Italia e in Europa. Nel 2004, conclusa l’esperienza europea, è membro del Consiglio nazionale e della Segreteria regionale del partito dei Democratici di Sinistra (ulteriore derivato del PDS), dove ricopre la carica di responsabile dei problemi del lavoro, ma rifiuta, nel 2004, la candidatura a Sindaco della città di Cremona. Già da tempo malata, si spegne a Milano nel Settembre del 2005.
La sua prematura dipartita ha lasciato un grande vuoto e attoniti colleghi e amici; molte sono le testimonianze che mettono in luce le rare preziose doti umane e intellettuali di Fiorella. Ne emerge il profilo di una donna tenace, pragmatica, colta, che ha saputo sintetizzare elaborazione teorica e sperimentazione in campo sindacale, politico e sociale, ma anche in quello familiare e del volontariato. Fiorella probabilmente ha mutuato queste sue peculiarità dall’educazione ricevuta, in famiglia e in parrocchia, realtà entrambe radicate in un tessuto geografico e sociale molto antico e con forti valori e tradizioni. Fiorella è stata sempre una persona coerente, che ha speso tutta la sua vita nel tener fede a queste idee, con un forte legame con la sua terra e nello stesso tempo con uno slancio verso l’Europea e il mondo. Quando giovanissima si alzava all’alba per andare a volantinare davanti alle fabbriche, il padre le diceva: «Putela, che cosa vai a fare con la nebbia, il freddo…», forse sapendo che proprio l’esempio dei genitori e l’educazione impartitale l’avevano formata a non temere le fatiche del lavoro. Anche il fratello Gianfranco ne ricorda la tenacia: Fiorella non mollava mai, era determinata e avrebbe potuto spostare anche le montagne.
Lo testimonia la sua esistenza, fatta di tanto lavoro, ma anche di una ricca vita familiare; nonostante gli impegni politici accudiva i suoi due figli Paolo ed Alessandro, con solerzia ed intelligenza, come ricorda Pasqualina Napoletano [1]: «Fiorella aveva i miei stessi problemi familiari, moltiplicati per due, perché aveva due figli molto vicini, in quell’età difficile tra la fine dell’adolescenza e l’inizio della vita adulta. Quanto ne abbiamo parlato insieme[…..]Era capace di fare due viaggi la settimana, magari di tornare a Milano solo per parlare con i professori di uno dei due ripartendo poi subito.»
Altri amici e compagni ricordano la passione con cui affrontava i problemi del lavoro politico, in quella particolarissima stagione, e questo la distingueva e la rendeva diversa, ma proprio per questo apprezzabile, stimata, capita. In politica Fiorella, approdata alla guida della Lombardia in un momento difficile, sperimenta un sistema che sarà di forte anticipo nei tempi: «…aver anticipato l’Ulivo. Non vorrei esagerare in questa mia considerazione, però nel ’92 abbiamo capito che bisognava mettersi insieme, bisognava che le forze riformiste delle varie tradizioni, laica, socialista e cattolica, trovassero la forza di reagire alla situazione e allo sfascio.» [2]
Politica non disgiunta dalla società: uno dei suoi ultimi progetti è stato il Progetto Rom, un doposcuola per 25 bambini rom ricco di svaghi e di scambi, per educare alla legalità e alla convivenza, realizzato dalla Casa della Carità di don Colmegna.
Il suo compagno, Sergio Graziosi così la racconta: «Intanto in questo stile non c’era spazio per le apparenze. C’è invece un rigore che richiede un enorme impegno. Bisogna pensare che aveva anche il fronte ‘interno’: è vero che io garantivo la mia presenza in famiglia per la gestione quotidiana e avevo la fortuna di poterlo fare. E’ vero anche che non è come dirlo. Ci riuscivamo, non so neanche io come: quando lei non c’era, in casa subentrava una certa rilassatezza dei costumi…Si sa, via la gatta, i topi ballano. Poi lei tornava e il sabato e la domenica rimetteva tutto in ordine. […] una vita così ha i suoi costi. Del resto pagava un prezzo anche per il suo stile politico. Si esponeva molto, non era settaria, nel bene e nel male[…]. E dava a tutti la possibilità di tirar fuori il meglio».
Milano e tutti i suoi amici la ricordano costantemente attraverso l’Associazione a lei intitolata, fondata nel Settembre del 2006 e presieduta da Marilena Adamo, con l’obbiettivo di promuovere azioni, di bandire concorsi e di garantire borse di studio in tutti quei campi che Fiorella ha tanto amato e dove ha profuso tutto la sua passione politica ed umana.
NOTE
1.P. Napoletano, Un’altra dimensione in politica, in Parlando di Fiorella, 2006 (P.N., europarlamentare D.S. dal 1996 al 2004).
2.R.Vallini (a cura di) Da Bassetti a Formigoni – Tutti i governi della Lombardia, Milano, Mursia 2005
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